Titolo: Michael
Fandom: originale
Genere: drammatico
Personaggi: Dean, Michael
Disclaimer: La storia, i personaggi, il contesto è tutto inventato e scritto da me in prima persona!
Sdraiato sopra le lenzuola candide del letto, attendi nervosamente
l’arrivo dell’alba. Strani pensieri scorrono nella tua testa. Veloci.
Liberi. È paura. È il tuo stesso inconscio che tenta di farti rinsavire:
è una follia. Sì, lo è, ma deve andare così. Hai progettato tutto: il
dove, il come, il quando. Non puoi cedere adesso che manca così poco.
Serri le palpebre, contando a bassa voce per regolarizzare il respiro.
Poggi una mano tra il torace e l’addome, ti concentri sulla contrazione
del diaframma. Prendi fiato e riapri gli occhi. È il momento. Indossi
una leggera giacca di jeans e ti prepari per uscire. Un’ultima occhiata,
poi ti chiudi la porta alle spalle. Senza ripensamenti.
Cammini a
passo lento, lasciando che i primi raggi del sole ti accarezzino la
pelle un po’ raggrinzita dall’età. Michael è lì, accanto a te. Lo vedi.
Un paffuto bambino di cinque anni con simpatiche lentiggini sulle gote.
Indossa la stessa maglietta di quella mattina: sfondo bianco e un Grande
Puffo sorridente al centro. Ti sorride e comincia a correre lungo la
strada. È tutto dannatamente uguale, persino il profumo delle
caldarroste appena tolte dal fuoco del venditore ambulante.
“Michael, aspettami!” lo chiami a gran voce, aumentando il ritmo della tua camminata, fino a trasformarla in una corsa.
Il
piccolo Mickey non ha la minima intenzione di fermarsi. Si volta appena
quell’attimo per incitarti a raggiungerlo, poi riprende a correre
felice. Senti le gambe cedere sotto il tuo peso, così ti appoggi per
pochi secondi al muro per riprendere fiato. Piccole gocce di sudore
scivolano lungo il doppio mento. La maglia è ormai completamente
fradicia. Appena gli occhi smettono di bruciare, ti rimetti in cammino.
Non manca molto: attraversi il ponte e prendi il sentiero che porta al
fiume, e sei giunto a destinazione.
Scendi la stradina lastricata,
prestando ben attenzione a non inciampare nei vari ostacoli: pietre,
arbusti, radici. Michael ti aspetta lì, inginocchiato sulla riva del
fiume, le manine immerse nell’acqua gelida.
“Gioca con me, Dean” ti chiama, allungando un braccio verso di te.
“Michael,
allontanati da lì” rispondi, ora terrorizzato. Sai bene cosa sta per
succedere: tuo fratello si sporgerà ancora, nel tentativo di prendere un
piccolo pesce, poi cadrà nell’acqua e in pochi secondi la corrente lo
trascinerà lontano da te. Trent’anni fa, però, eri troppo debole. Ora
sai quello che devi fare.
Ti spogli completamente, lasciandoti
addosso soltanto i boxer e i calzini: non vuoi ferirti i piedi, quelle
pietre sono taglientissime. Ti avvicini, questa volta andrete via
insieme.
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