Genova: guerra tra poveri e città nel caos
Terzo giorno di sciopero selvaggio, Genova paralizzata dalla protesta dei tranvieri AMT.
Tutto comincia tre giorni fa, nella
notte i tranvieri dell'AMT (l'azienda del trasporto pubblico
genovese) danno il via al più grande e imponente sciopero mai visto
da parecchi anni e Genova si ferma, completamente. Tre giorni di
cortei e di mezzi pubblici fermi in rimessa, cancelli della
metropolitana serrati e assedi nella sede della maggiore esponente tv
locale. Giusto? Sbagliato? Non sta a me dirlo, ma penso sia l'ora di
aprire gli occhi su una realtà che affligge la città di Genova da
molto, troppo tempo. Il servizio di trasporto pubblico è allo
sbando: autobus che partono e arrivano con un largo ritardo, vetture
che si rompono di continuo senza mai riuscire a percorrere l'intero
tragitto, sporche e vecchie. Le istituzioni chiedono sacrifici, i
lavoratori sono stanchi di farli, dove porterà tutto questo? Si
prospettano giorni di fuoco, dato che nessuno sembra voler fare un
passo indietro e, nonostante la precettazione, lo sciopero prosegue,
inesorabile, a oltranza. Anche il servizio Amiu e i taxi hanno
sospeso il loro servizio per solidarietà ai lavoratori dell'AMT,
abbandonando la città nel caos più totale.
Tra promesse scritte, accordi firmati e
mai rispettati, l'azienda ora rischia il fallimento e il posto di
lavoro di centinaia di persone stanno per saltare. Cosa è stato
fatto ad ora? Assolutamente niente e, come sempre, tutto questo porta
soltanto alla solita guerra tra poveri.
La marcia si è fermata soltanto per
esprimere il cordoglio e la vicinanza al popolo sardo, colto
dall'alluvione.
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